Mi chiamo Milena Costa, sono vice questore aggiunto di PS e dirigo il commissariato di una città all’estremo sud della Sicilia. Soffia un vento forte ed è l’imbrunire di un giorno di settembre mentre, restia, vado verso la vecchia casa di famiglia a cercare lo scialle di pizzo nero che mia madre, volata in Australia a trovare la sorella, reclama ad ogni telefonata. Proprio il vento mi porta, inconfutabile, l’odore della morte, che proviene dalla casa di una vecchia signora, Giuseppina Cesarò, detta a majara (la megera) per la sua fissazione di predire a tutti il futuro.
Secondo il medico legale non si tratta di morte violenta, ma di un principio di soffocamento che ha causato poi un attacco di cuore. A me questa spiegazione non convince del tutto, così comincio a dare un’occhiata in giro per casa, tra le cose della majara, e finisco per trovare una foto di alcune persone in posa davanti a una spiaggia e un pezzo di stoffa con su ricamata la frase l’estate dei dieci temporali e uno strano indovinello in lingua siciliana (miniminagghia).
Di questi indovinelli e di pezzi di stoffa ricamati con la scritta l’estate dei dieci temporali ne troverò ancora e saranno tutti legati ad altre morti, sempre apparentemente normali, di anziani.
A dispetto di tutti e di tutto, anche dell’evidenza, mi ostinerò ad indagare fino a ritrovare alcuni diari, scritti da una bambina che abitava proprio di fronte alla mia vecchia casa e che, lo apprendo proprio in quel momento, mi aveva spiata per tutta la mia infanzia. Quando qualcuno mi entra in casa di notte e ruba i quaderni in cui è raccontata la sua drammatica storia, decido di risalire il corso degli anni, fino ad arrivare a….
Beh se continuassi sarebbe uno spoiler, per cui aggiungo solo che lo scialle di pizzo nero sarà il tormentone di tutto il romanzo e che, se volete, l’intera storia la trovate come e-book QUI. Si intitola L’estate dei dieci temporali ed è edito da Harper Collins. Ah, è probabile che si ci riveda presto… Buone feste. Milena